di Claudio Vagnini
Se si volesse individuare una classificazione della case museo del territorio marchigiano, si può affermare che la maggior parte dei musei rientrano nella tipologia delle “Case di uomini illustri” in cui l’abitazione è legata principalmente ad un personaggio che si è distinto per particolari meriti o ruoli nel corso della storia: il pittore Raffaello Sanzio, i compositori Gioachino Rossini e Gaspare Spontini, i papi Pio VIII e Pio IX, il poeta Giacomo Leopardi, la pedagogista Maria Montessori, la santa Maria Goretti, l’industriale Enrico Mattei, il pittore Osvaldo Licini.
Se in molte delle loro abitazioni sono spesso presenti oggetti ed opere d’arte ad essi appartenuti, altre volte invece la casa assume un valore puramente celebrativo e gli spazi sono stati riallestiti dagli eredi o dalla comunità per valorizzare i loro concittadini illustri connotando il museo, e quindi il personaggio, come parte dell’identità collettiva della comunità stessa.
Caso emblematico è la Casa natale di Raffaello a Urbino: la collezione con arredi, suppellettili, dipinti, sculture e incisioni ha contribuito a riallestire gli ambienti della casa in un periodo storico lontano dalle vicissitudini della famiglia Santi quando, grazie all’interessamento dell’Accademia Raffaello, si è deciso di istituire nella sua casa natale un museo per celebrare e mitizzare uno dei maggiori protagonisti del Rinascimento italiano.
Fra le “Case di collezionisti” spicca la Casa Museo Quadreria Cesarini a Fossombrone, dimora del notaio e collezionista Giuseppe Cesarini che, con il contributo dell’artista Anselmo Bucci, ha riunito una mirabile collezione di oggetti e dipinti che arricchiscono le stanze del suo palazzo.
L’accento della narrazione sulla storia dinastica di una famiglia ci fa collocare alcune case museo nell’ambito delle “Dimore nobiliari” anche se le opere d’arte presenti in queste abitazioni sono spesso molto preziose e frutto della passione collezionistica del padrone di casa. In questa tipologia si collocano ad esempio il Palazzetto Baviera a Senigallia, il Museo Adriano Colocci a Jesi, il Castello Pallotta a Caldarola e il Castello di Lanciano a Castelraimondo.
Nella tipologia “Case testimoni di eventi storici” Palazzo Parisani Bezzi a Tolentino lega la sua storia alla pace siglata nel 1797 tra Napoleone Bonaparte e lo Stato pontificio.
Attraverso questi esempi di case museo marchigiane emergono le caratteristiche principali di questa tipologia museale ovvero saper parlare attraverso la quotidianità del vivere e soprattutto raccontare storie più o meno note che dal privato di una abitazione sono diventate patrimonio collettivo di saperi. Un patrimonio quindi da conservare, da studiare ma anche aperto a tutti per il personale “diletto”.
Sono i tre pilastri della definizione di museo di ICOM ripresa anche dal Codice dei Beni culturali e del paesaggio italiani.
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